Non esistono posti lontani

lunedì 03 gen 2022

Recensione di Federica Cavalli

Non esistono posti lontani

di Franco Faggiani

Non esistono posti lontani

di Franco Faggiani

Fazi editore

Prima edizione luglio 2020

pp. 250

 

“Se sopravvivrete alla guerra date una mano a chi ha meno di voi, e se vi accorgerete di essere sul punto di raggiungere la perfezione, fermatevi e fate un passo indietro, restate angeli buoni e gentili.”

“Gli uomini perfetti diventano orgogliosi e l’orgoglio trasforma gli angeli in diavoli.”

 

 

Ho chiuso la copertina di questo libro che mi ha tenuto compagnia in questi ultimi giorni di indolente pigrizia. Desiderata e mal vissuta pigrizia, sentendo il peso del senso di colpa incombere come un’ombra dietro le spalle che sussurra: «Vergognati, non riesci a concludere nulla! Ti giri tra le mura di casa e lasci che il tempo passi… Vergognati!»

La ragione mi dice che ho davvero poco di che vergognarmi e che questo è tempo di riposo per me, che questo è tempo di meritato far niente.

Ma leggere… leggere mette a tacere questo sussurro insistente.

Ecco che tra le mani mi ritrovo il libro di Franco Faggiani, non il suo ultimo libro – Tutto il cielo che serve – uscito lo scorso ottobre, ma il precedente, uscito nel luglio del 2020 Non esistono posti lontani editi da Fazi

La trama ve la aggiungo di seguito ed è riportata dal sito di Fazi editore.

Le mie impressioni, non di una studiosa, letterata o altro, ma semplicemente di una lettrice a cui piace ascoltare come risuonano dentro di sé le parole di altri, le potete trovare di seguito.

Ho chiuso la copertina di questo libro e ho pensato alla poesia di Montale “Prima del viaggio”

E ora, che ne sarà
del mio viaggio?
Troppo accuratamente l'ho studiato
senza saperne nulla. Un imprevisto
è la sola speranza. Ma mi dicono
che è una stoltezza dirselo

 

Un imprevisto. Questo libro è la risposta agli imprevisti.

Durante la lettura mi sono lasciata condurre. Più di una volta mi sono domandata come poteva finire il libro, che cosa mi stava dicendo.

Spesso mi è parso di essere tenuta per mano da professo’ e da Quintino, che mi strizzassero l’occhio al principio di ogni avventura e che mi mormorassero: «La vita è la più grande delle avventure, ma solo l’avventuriero lo scopre» utilizzando le parole attribuite a G.K. Chesterton. Fino alla fine.

Fino a quando ho chiuso l’ultima pagina e ho capito “non esistono posti lontani”, non solo geograficamente parlando, ma non esistono posti lontani per me, dentro di me, luce e ombra, coraggio o ignavia, agire o essere indolenti, sperimentare o restare a guardare, improvvisare o morire… e si potrebbe andare avanti a lungo.

Questo libro è uno squarcio sul Tutto Possibile che le fiabe ci insegnano. Un tema a me molto caro.

E di avventura in avventura, di risposta in risposta la vita cambia, sempre, ad ogni età. Fino alla fine.

Sono i primi giorni dell’anno, dai social sono stata sollecitata a pensare a nuovi propositi per l’anno e… no, io proprio non ce l’ho fatta. Ho deciso che non voglio lasciare trascorre il tempo nel nulla e che sì, nel condominio che mi abita troverà alloggio un personaggio come Quintino che mi sarà da pungolo continuo e uno come il professo Filippo Cavalcanti che, come il suo nome suggerisce, cavalca l’avventura aderendovi completamente.

 

Trama

tratto dal sito di Fazi Editore

Un viaggio a due attraverso l’Italia, intrapreso nel periodo più cruento della guerra, e la nascita di un’amicizia speciale.

Roma, aprile del 1944. L’archeologo Filippo Cavalcanti è incaricato dal Ministero di recarsi a Bressanone per controllare gli imballaggi di un carico di opere d’arte destinate alla Germania. Arrivato sul luogo, l’ormai anziano professore conosce Quintino, un intraprendente ragazzo ischitano spedito al confino in Alto Adige. Vista la situazione incerta in cui versa il Paese e il pericolo che minaccia entrambi, i due decidono di scappare insieme per riportare le opere d’arte a Roma. In un avventuroso viaggio da nord a sud, i due uomini, dalla personalità molto diversa, e nonostante la distanza sociale che li separa, avranno modo di conoscersi da vicino e veder crescere pian piano la stima reciproca. Grazie alle capacità pratiche di Quintino e alla saggezza di Cavalcanti, riusciranno a superare indenni diversi ostacoli ma vivranno anche momenti difficili incontrando sulla strada partigiani, fascisti e nazisti, come pure contadini, monaci e gente comune, disposti ad aiutarli nell’impresa. Giunti finalmente a Roma, che nel frattempo è stata liberata, si rendono conto che i pericoli non sono finiti e decidono così di proseguire il viaggio per mettere in salvo il prezioso carico tra imprevisti e nuove avventure.
Paesaggi insoliti, valli fiorite e boschi, risvegliati dall’arrivo di una strana primavera, fanno da sfondo a questa vicenda delicata e toccante, una storia appassionante sul valore dell’amicizia con cui l’autore, ancora una volta, riesce a commuovere ed emozionare.

«Franco Faggiani diffonde serenità e bellezza e ci fa recuperare la voglia di immergerci nella contemplazione della natura e dell’arte».
Luca Mercalli