5 domande a Carmen Gallo

5 domande a Carmen Gallo

a cura di Alessandro Bottelli

 

1. Le piacciono i fiori artificiali? In quali casi li predilige rispetto a quelli naturali?

Non amo molto i fiori artificiale. Non mi piace l’idea che siano sottratti al tempo, che non si modifichino per effetto delle ore o dei giorni.

 

2. Se per artificiale intendiamo qualcosa che sostituisce il reale al fittizio, allora tutta l’arte, incondizionatamente, anche la più descrittiva e realistica, è artificiale?

Tutta l’arte è invenzione, tutta si deve allo straordinario potere dell’immaginazione che è capace di essere più realistica della realtà, ovvero di intrattenere con la realtà un rapporto di maggiore prossimità, affinità, persino continuità.

 

3. Cos’è l’artificio in poesia?

L’artificio è in poesia ciò che usiamo per trasformare il linguaggio ordinario in linguaggio poetico, ovvero in un linguaggio che parla del mondo e contemporaneamente allude a se stesso, al proprio difficile statuto, alle proprie possibilità di dire e rappresentare.

 

4. Che relazione c’è tra stati d’animo, emozioni, e universo floreale? I fiori, le piante, possono tradurre, attraverso l’evocazione poetica, sfumature dell’io altrimenti intraducibili?

I fiori, come gli altri elementi della natura, possono essere figure. Tutto nel linguaggio è traduzione continua. In poesia l’io non può fare altro che affidarsi alle figure del linguaggio per entrare a far parte di questo processo infinito.

 

5. Se dovesse rappresentare il suo attuale stato d’animo con uno o più fiori, quali sceglierebbe?

In questo periodo amo le peonie. La loro armonia disordinata, la loro oltranza confusa.

 

 

©Riproduzione riservata