7 domande a Riccardo Castagnetti

7 domande a Riccardo Castagnetti

a cura di Alessandro Bottelli

 

 

1. Maestro Castagnetti, come si caratterizza questa sua nuova Ave Maria per soprano e organo?

Si tratta di fatto della rielaborazione di due brani preesistenti, il Preludio e la Fuga in Re maggiore dal primo libro del Clavicembalo ben Temperato di Johann Sebastian Bach. Ho combinato insieme contrappuntisticamente i due brani di Bach, valendomi di una felice intuizione sviluppata da Ferruccio Busoni nel suo Preludio, Fuga e Fuga figurata dalla raccolta An die Jugend. Seguendo le orme di quanto Gounod aveva fatto a partire dal Preludio in Do maggiore, sempre dal primo libro del Clavicembalo ben Temperato, ho poi composto una melodia basata sul testo dell’Ave Maria, sovrapponendola all’intreccio del Preludio e Fuga di Bach.

 

2. Anche lei, come già in passato Gounod, ha utilizzato uno dei Preludi del Clavicembalo ben temperato di Johann Sebastian Bach a fare da sfondo alla melodia. Perché?

Alcuni dei preludi del Clavicembalo ben Temperato di Bach sono basati sulla semplice ripetizione di figurazioni melodico-ritmiche. Sono meravigliosi arabeschi sonori nei quali le armonie si succedono senza soluzione di continuità, in un fluire continuo. L’idea di Gounod, che ho cercato di riprendere, è stata quella di sovrapporre a questo cangiante sfondo sonoro la struttura di una melodia ben definita, che rimanesse sospesa sul brano di Bach, senza alterarne il carattere.

 

3. La musica che scrive, in generale, ha sempre una forte connotazione contrappuntistica. Da dove le deriva questa non comune agilità nel trattare, con estrema nonchalance, le forme canoniche e fugate?

L’interesse per il contrappunto rinascimentale e barocco nasce dalla mia passione per la musica antica. Per comprendere gli autori del passato ho cercato di apprendere le loro tecniche compositive, studiando i trattati dell’epoca. Da qui la loro influenza sulla mia ricerca stilistica.

 

4. A suo avviso, quali sono le caratteristiche che deve possedere una preghiera in musica?

Il cuore della preghiera è la Parola di Dio, nel suon aspetto comunicativo e affettivo. Solo una musica che sappia custodire e dare veste sonora a questa voce che nasce dal cuore, amplificandola senza prevaricarla, può essere “sacra”.

 

 

5. Potrebbe farci qualche esempio di compositori di oggi che, dal suo punto di vista, affrontano musicalmente il tema del sacro in maniera efficace?

Si potrebbero certo fare molti nomi, ma forse quello di Arvo Pärt è tra tutti il primo, perché la ricerca di un’espressione musicale dell’esperienza del sacro rappresenta la cifra stilistica più rilevante di questo autore.

 

6. Gounod è uno di quei compositori che pur avendo scritto molto anche in ambito sacro, viene quasi esclusivamente ricordato come l’autore del Faust e, appunto, dell’Ave Maria, o poco più. Qual è la sua personale opinione rispetto alla musica di questo artista? Ritiene che i 200 anni dalla nascita possano essere l’occasione propizia per una rivalutazione complessiva dell’opera del maestro francese?

Gounod è stato senza dubbio uno dei massimi compositori del secolo XIX e la sua opera merita certamente una più ampia conoscenza anche tra i non addetti ai lavori. Certamente l’idea di rendergli omaggi attraverso composizioni a lui ispirate non può che rendere giustizia a uno dei giganti della musica sulle cui spalle noi ancora oggi ci innalziamo per poter vedere e pensare il futuro della musica.

 

7. Se dovesse trovare un corrispettivo figurativo da abbinare alla sua nuova Ave Maria, a quale artista farebbe riferimento?   

Forse alla Madonna di Port Lligat di Salvador Dalí.

 

 

 

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