Dal Teatro al Teatro Counseling®

Il teatro e la catarsi

Il valore terapeutico del teatro è conosciuto fin dal suo nascere. La tragedia greca nasce come rito religioso (Riti Dionisiaci). Aristotele nel suo testo “Poetica” scrive: La tragedia è dunque imitazione di una azione nobile [25] e compiuta, avente grandezza, in un linguaggio adorno in modo specificamente diverso per ciascuna delle parti, di persone che agiscono e non per mezzo di narrazione, la quale per mezzo della pietà e del terrore finisce con l’effettuare la purificazione di cosiffatte passioni. Raccomandava, inoltre, agli autori tragici i soggetti nei quali “i drammi si producano fra persone amiche, per esempio se un fratello uccide suo fratello, o un figlio suo padre o una madre suo figlio o un figlio sua madre, o se si preparano o commettono altri atti dello stesso genere

Ogni tragedia era una presenza terrificante. Una presenza di delitti, di violenza, di presenza divina – alcuni delitti erano voluti dagli dei (vedi le Erinni ne ”Orestea” di Eschilo).

La tragedia greca interroga, fa nascere domande negli spettatori: Perché? Dove sta la colpa? Dove sta il castigo? Che cosa decidono gli dei?

Ogni tragedia assume un valore religioso e catartico.

 

Dal teatro del 900 al Teatro Counseling®

Ma è soprattutto il teatro del ’900 che getta le basi per la professione del Teatro Counselor.

PSICODRAMMA

Lo psicodramma nasce con Jacob Levi Moreno (1889-1974), che è stato il primo a formulare un sistema per il teatro terapeutico. Studia medicina a Vienna, ma esercita solo per un breve periodo perché preferisce dedicarsi all’educazione, a problemi sociali e al teatro. Fonda il Teatro della Spontaneità, un teatro sperimentale in cui si recita a soggetto. È questa l’occasione per Moreno di osservare le dinamiche delle relazioni umane per costruire il suo modello di teatro terapeutico. Una volta negli Stati Uniti, Moreno costruisce un teatro di psicodramma e un centro di ricerca ancora attivo.

 

PLAYBACK THEATRE

Nasce intorno agli anni ’70, a metà strada tra le tecniche dello psicodramma e del teatro sperimentale. Jonathan Fox, il fondatore, nel 1974 inizia a sperimentare delle forme di teatro improvvisato fino ad arrivare ad una performance basata sulle storie del pubblico messe in scena. Le storie rappresentate hanno un effetto di rispecchiamento sul pubblico e provocano una notevole risonanza empatica.

 

KONSTANTIN S. STANISLAVSKIJ

Al teatro classico russo fatto di recitazione enfatizzata, mancanza di professionalità, limitato numero di prove e scenografie raffazzonate, si oppone Konstantin S. Stanislavskij (1863-1938) con la costruzione del Teatro d’Arte. Inizialmente lavora affinché si possa raggiungere una costruzione più realistica del personaggio attraverso un approccio quasi religioso della funzione sociale del teatro. In un secondo momento intende inoltrarsi nel mondo della psicologia e dell’interiorità dell’individuo: l’attore deve cercare dentro di sé, nel profondo dell’animo e nella sua esperienza personale.

 

ANTONIN ARTAUD (1896-1948 Francia)

Fonda il Teatro della Crudeltà. Contrappone al teatro tradizionale il teatro-rito, un teatro che sia espressione della vita del popolo, che interviene con efficacia sull’animo umano. Chiede agli attori come al pubblico di far emergere ciò che in loro è latente, che una volta espressi, diventano catartici. I sentimenti sono spesso manifestati con violenza.

 

JERZY GROTOWSKI (1933-1999 Polonia)

Fonda il Teatro Laboratorio. “Il teatro è ciò che avviene tra lo spettatore e l’attore. Tutto il resto è supplementare” così rispondeva alle domande di Eugenio Barba in un’intervista del 1964. Un teatro essenziale dove la figura dell’attore, “attore-santo” ha un “atteggiamento di dedizione ed accettazione che scaturisce dal vero amore, cioè dono di sé”. Agli attori di Grotowski è chiesto un duro allenamento al fine di superare i limiti del corpo (movimento, plasticità del corpo, il gesto, la costruzione di una maschera con i muscoli facciali) e quelli psichici. Lo studio di un personaggio diventa così l’occasione per “studiare ciò che è nascosto dietro alla nostra maschera di ogni giorno”. “Il pubblico percepisce a livello conscio o inconscio che tale atto è un invito, rivolto a lui, ad agire in maniera analoga: questo causa spesso opposizione ed indignazione, poiché i nostri sforzi costanti sono tesi a dissimulare la verità che ci concerne, non solo di fronte al mondo, ma anche di fronte a noi stessi”.

 

EUGENIO BARBA

Fonda l’Odin Teatret nel 1964 dopo aver lavorato e studiato con Grotowski. L’Odin propone un lavoro di ricerca antropologica e etnologica itinerante. Il lavoro sperimentale si concentra soprattutto nella fase pre-spettacolo. L’attività teatrale di Barba è rivolta alla formazione degli attori per un incontro e uno scambio di esperienze con il pubblico di ogni paese.